Tra corsi d’acqua e paesaggi incorniciati dalle brine mattutine, raccontiamo una storia legata ai cambiamenti che il settore agricolo sta attraversando, sia in termini strutturali per numero, dimensione e specializzazione delle aziende agricole, sia per l’età degli imprenditori, dove si sta assistendo ad una diminuzione del numero dei giovani nel tempo.

I giovani agricoltori oggi devono affrontare sfide significative, come la scarsa disponibilità di terra, i prezzi elevati dei terreni e la bassa redditività, il difficile accesso al credito e la scarsa conoscenza e formazione. Tuttavia, un settore agricolo dinamico ha bisogno di giovani agricoltori qualificati e innovativi per rispondere alle richieste della società, dal cibo di qualità alla tutela dei beni pubblici ambientali.

Scopriamo una storia virtuosa di una giovane coppia di neo agricoltori che in Trentino che è riuscita a insediarsi cimentandosi nella coltivazione di mele biologiche e di un agriturismo. Luca dopo aver frequentato l’Istituto agrario di San Michele all’Adige inizia l’università di agraria con indirizzo forestale ma al secondo anno smette. Intanto già lavorava come raccoglitore stagionale nell’azienda di Virginia, la sua ragazza e da lì parte la loro bella storia di custodi del paesaggio e coltivatori secondo il metodo biologico.

Cosa vuol dire oggi decidere di avviare una nuova impresa in agricoltura:

Alessandro Corsi, docente del Dipartimento Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari Università degli studi di Torino che ci aiuta a capire quali sono le condizioni del settore e gli strumenti che la Politica Agricola Comunitaria mette a disposizione dei giovani che si avviano all’agricoltura. Poi conosciamo nel piccolo paese di Romagnano, immerso tra i meleti, Luca Fedrizzi e Virginia Espen, che ci raccontano cosa significa essere giovani agricoltori oggi e infine incontriamo Mattia Preghenella, giovane viticoltore di Roverè della Luna, che guida la neonata sezione provinciale dei Giovani di Confagricoltura – Anga Trento e che unisce alcuni imprenditori under 40 e mira a valorizzare le imprese agricole condotte dai giovani della provincia.

Perché è importante l’ingresso di giovani in agricoltura:

  • per contrastare l’invecchiamento degli agricoltori; la diminuzione degli addetti e l’abbandono delle aree rurali;
  • I giovani sono più scolarizzati e più aperti agli investimenti e al rinnovo.

Come i giovani possono entrare in agricoltura: con un nuovo insediamento o in una successione familiare.

Il Trentino è una terra di montagna storicamente vocata all’agricoltura e alla zootecnia, ma qui l’agricoltura è un po’ sfavorita nel suo sviluppo a causa della conformazione del terreno, in quanto mancano le pianure e il suolo è costituito da rocce, ghiacciai, laghi e boschi estesissimi. La superficie coltivabile si riduce quindi ai fondivalle, dove in genere si coltivano cereali, patate, ortaggi, viti e soprattutto alberi da frutto, più d’ogni altro, meli e peri. Per un giovane qui non è facile insediarsi proprio per il problema dell’accesso alla terra più che in altre zone d’Italia.

La puntata integrale dedicata al ricambio generazionale e alla storia da Trento con la coltivazione delle mele qui sotto:

La mela è un frutto ottimo per dessert, come succo e come spezzafame, eccolo qui in una curiosa ricetta: la “Cà mela”

Temi chiave della puntata

Le nuove generazioni di agricoltori sono più pronte ed inclini a innovare e ad adeguarsi ai cambiamenti della agricoltura moderna che richiede sempre più digitalizzazione e attenzione all’ambiente. I giovani però si scontrano con difficoltà ad accedere al mercato del lavoro in questo settore per svariati motivi, per questo la Politica agricola comunitaria li sostiene con azioni di finanziamento mirate.

Problematiche affrontate

Il ricambio generazionale negli ultimi vent’anni non è riuscito ad avere un vero slancio, nonostante sia stato e continui ad essere una priorità nell’agenda politica. Servono misure concrete che permettano ad un giovane non solo d’insediarsi, ma anche di rimanere in agricoltura.  Non è un caso che quasi il 90% degli associati a Confagricoltura gestisca un’azienda di famiglia, a dimostrazione dello stretto legame tra attività di impresa e “familiarità” con il settore. Questo significa, in pratica, rendere difficile, per chi non ha radici familiari in questo ambito, l’ingresso in agricoltura”. Negli ultimi 10 anni si è assistito ad una diminuzione dell’8,9% delle imprese agricole condotte da giovani (elaborazione Centro Studi di Confagricoltura su dati Infocamere).

Le aziende agricole, in particolare quelle condotte da under 40, che purtroppo in Italia sono solo l’8% delle imprese; hanno tuttavia nel DNA l’innovazione che richiede nuove figure professionali: serve quindi incoraggiare la formazione specialistica per il personale dipendente delle imprese.

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