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Video integrale della puntata

A volte, per scoprire sapori autentici, bisognerebbe indossare un paio di scarponcini da trekking e salire in montagna. È lì, in alcune aree marginali d’Italia, che d’estate i pastori conducono le greggi al pascolo, tra prati incontaminati e panorami mozzafiato. Da questo ambiente nasce un latte ricco di aromi e profumi naturali, con cui si produce un formaggio secondo antichi metodi tramandati di generazione in generazione. Il pecorino ottenuto da latte di pascolo non è solo un alimento, ma un concentrato di salute, cultura e sostenibilità.

In questa puntata ci troviamo a Veroli, nel cuore della Ciociaria, per raccontare la storia di Antonella Iannarilli che, con la famiglia, unisce l’allevamento ovino alla produzione artigianale del pecorino, in perfetta armonia con la natura.

Con l’allevamento ovino si è sviluppata, nei secoli, la pratica della transumanza, ovvero il trasferimento stagionale degli animali dalle pianure alle zone montane, seguendo l’andamento climatico e la disponibilità dei pascoli.

Pur rappresentando una quota modesta del valore della produzione agricola nazionale, gli allevamenti di pecore e capre svolgono un ruolo fondamentale per il presidio delle aree rurali marginali, dove spesso non sono possibili altre attività produttive. La loro presenza contribuisce alla tutela del paesaggio, della biodiversità e del tessuto sociale. Ce lo racconta Andrea, figlio di Antonella, insieme ad alcuni amici, che ogni anno accompagnano le pecore a Prato di Campoli, ai pascoli dei Monti Ernici.

Andrea, giovane casaro che ha scelto di tornare alla terra, lasciando un lavoro in fabbrica, ci fa scoprire l’arte casearia. Dalla mungitura al caseificio, il latte crudo diventa pecorino, ricotta e formaggi stagionati dal gusto intenso e naturale.

La puntata esplora inoltre il valore culturale e ambientale della transumanza – oggi riconosciuta dall’UNESCO – con il biologo Fabio Collepardo Coccia, inoltre con la troupe seguiamo il cammino delle greggi verso i pascoli estivi insieme agli amici di Andrea, in una festa collettiva.

Con il contributo di Alessandra Atolino di Confagricoltura Donna Frosinone, emerge il ruolo vitale degli allevamenti ovicaprini nelle aree marginali: presidio del territorio, difesa dell’ambiente e identità culturale. E in questo le donne hanno proprio un ruolo speciale.

Antonella e la famiglia portano avanti una tradizione dal 1940 e da 14 anni producono solo formaggio di pecora, con 450 capi alimentati con fieno, orzo, mais avena e in estate le essenze del pascolo. Le loro sono piccole produzioni in una filiera corta che permette di offrire un formaggio di pecora dal sapore unico e, allo stesso tempo, di rispettare il territorio e la cultura locale.

Gli animali  vivono secondo i loro cicli naturali e si alimentano di una grande varietà di piante ed erbe nei pascoli incontaminati dei Monti Ernici, le montagne intorno a Veroli, dove trascorrono tutta l’estate. Per questo i formaggi hanno sapori ogni volta diversi e sorprendenti.