Oggi fare agricoltura significa anche poter sposare la sostenibilità ambientale per la salvaguardia delle risorse idriche, ecologiche e naturali assieme alla promozione dell’integrazione sociale con l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Scopriamo questo nella splendida cornice di un ex convento dei frati Camaldolesi risalente al 1600 d.C. dove conosciamo Teresa Di Giuseppe, che ha fondato la cooperativa agricola e sociale R-Accogliamo.

Teresa, laureata in cooperazione internazionale e con esperienze di lavoro fuori dalla sua regione, nel 2016 assieme ad altri 2 soci fonda la Cooperativa per avviare un’attività di agricoltura sociale e offrire opportunità di formazione e inserimento lavorativo. La sede ristrutturata dell’ex convento è circondata da 2 ettari e mezzo di terreno con piante di ulivo, una coltura di zafferano, ortaggi biologici e tra le sue attività si dedica anche alla produzione di miele, un laboratorio di tintura naturale di tessuti, una sartoria artigianale e un Bed & Breakfast.

L’agricoltura sociale è quell’attività che impiega le risorse materiali e immateriali dell’agricoltura per promuovere o accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione. Di fatto, prima ancora di produrre cibo, si creano condizioni d’inclusione per fare in modo che attraverso l’attività agricola ed il contesto di lavoro e formativo in cooperativa, ci possa essere un miglioramento, un benessere della propria condizione. E quindi grazie ad attività di formazione rivolte a rifugiati e migranti, soprattutto nei settori olivicolo e dell’apicoltura Teresa e i suoi soci, attraverso l’aiuto di formatori esperti, contribuisce anche a offrire sul mercato del lavoro nuove professionalità.

Chi è Teresa Di Giuseppe? Ecco qui sotto la sua breve presentazione video:

Il progetto di Teresa si basa su un lavoro di rete in cui la cooperativa, con la collaborazione di associazioni di categoria, pubblica amministrazione, altre realtà operanti nel sociale e prefettura, incrocia le opportunità e i bisogni del mercato di lavoro con le attitudini e capacità dei beneficiari, in modo da creare proficue occasioni di impiego sul mercato economico e sociale locale.

Guarda la puntata integrale con la storia di Teresa Di Giuseppe dalla provincia salernitana:

Dei benefici dello zafferano ne scopriamo di più nel video sotto con i consigli di Francesca Cerami dell’Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterraneo e vediamo la preparazione di una gustosa ricetta a base di cozze allo zafferano, preparate dall’Istituto professionale per i servizi dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera Malatesta di Rimini.

Lo zafferano è una spezia ricca di gusto e proprietà: si tratta di una piccola pianta erbacea originaria dei paesi asiatici e coltivata in Grecia, Spagna e Italia, in particolare in Abruzzo, che oltre ad insaporire i cibi, ha anche importanti proprietà curative….. non è un caso che nei paesi orientali sia tradizione regalare lo zafferano per augurare una vita lunga, prospera e felice.

E’ ricco di sali minerali, soprattutto potassio, fosforo e magnesio, mentre le vitamine più abbondanti sono la vitamina C e i folati. Ma ciò che caratterizza questa spezia e gli attribuisce le sue proprietà terapeutiche è il safranale, una sostanza presente nei pistilli del fiore e a cui si deve il tipico profumo dello zafferano. Il colore invece è dovuto alla crocina e alla crocetina, due carotenoidi che fungono anche da antiossidanti.

Ecco qui il breve video con la spiegazione di Francesca Cerami ed una gustosa ricetta:

Temi chiave della puntata

Vengono svolte attività da una cooperativa sensibile a situazioni svantaggiate, in particolare minori a rischio di esclusione sociale e rifugiati migranti, questo per attivare una serie di attività di formazione individuali per sviluppare le loro competenze, e offrire opportunità di lavoro. Progetto specifico rivolto alle donne straniere, vittime di tratta, al fine di attuare percorsi anche lavorativi utili a riconquistare la propria dignità. I tessuti utilizzati dalle donne nel settore sartoriale sono trattati in modo naturale, viene comprato il tessuto bianco per poi essere dipinto naturalmente con frutta e verdura; questo sistema si chiama ecoprint, ovvero stampa botanica su tessuto.

Problematiche affrontate

Inserimento sociale e lavorativo dei soggetti svantaggiati. Dal punto di vista economico si cerca di crescere, grazie all’olivicoltura e al settore multi-sartoriale, per creare opportunità di lavoro in settori in cui c’è richiesta.

TERESA DI GIUSEPPE in Campania and the social sustainable agriculture

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