Spesso i territori più belli sono anche i più delicati e fragili, come quello situato nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, una verde vallata dell’Umbria, che nell’autunno 2016 è stata colpita da un terremoto di magnitudo superiore a 6.

La Valnerina vanta numerosi prodotti alimentari riconosciuti a livello nazionale ed internazionale fra cui la lenticchia di Castelluccio di Norcia, che proprio a causa del sisma ha rischiato di non poter essere coltivata.

Qui conosciamo la storia di Giovanni Angelini Paroli, che vive e lavora come agricoltore e imprenditore turistico nonostante il terremoto. Giovanni, è profondamente legato al casale Fonte Antica e alla terra che lo circonda, un luogo che racchiude ancora oggi gran parte dei ricordi di famiglia. Insieme ai fratelli Elisabetta e Paolo e alla mamma Anna, Giovanni prosegue il sogno iniziato dal papà Angelo, recuperando la vecchia casa di famiglia ristrutturata nel 2007 secondo le più avanzate norme antisismiche, e che oggi ospita turisti dall’Italia e dall’estero.

Chi è Giovanni Angelini Paroli? Ecco in breve la sua presentazione:

La famiglia di Giovanni conduce anche un’azienda agricola di circa 50 ettari per produrre lenticchia, farro e cicerchia. A questo sposano l’attività agrituristica con un frutteto, un orto e delle piante officinali. La storia di Giovanni ci permette di capire come si possa vivere in queste meravigliose terre, dove tante sono le difficoltà economico e sociali legate al sisma e non solo, in una terra famosa in tutto il mondo per il suo fascino. I terreni attorno a Castelluccio sono sassosi, con alta concentrazione di fosforo e bassa disponibilità di potassio, caratteristiche che rendono la lenticchia IGP ricca di proteine e ferro.

Dopo la preparazione dei terreni e la semina in primavera, la coltura non ha bisogno di molte cure. L’altitudine della piana la protegge infatti da parassiti e funghi e la presenza di infestanti non danneggia le colture, anzi, ha fatto la fortuna turistica dell’area per la famosa fioritura, che non è dovuta ai piccoli fiori bianchi della leguminosa ma all’esplosione di colori delle altre piante: dal fiordaliso al papavero alla colza selvatica.

La puntata integrale con la storia di Giovanni Angelini Paroli qui sotto:

La storia di questa lenticchia è antichissima: si tratta di un legume coltivato da sempre sui piani carsici di Castelluccio ad un’altezza di circa 1.500 metri e grazie alle condizioni climatiche piuttosto rigide in cui nasce, è l’unico che non ha bisogno di essere trattato per la conservazione perché non è attaccata dal tonchio, insetto le cui larve si nutrono dei legumi. Possiede delle notevoli qualità nutritive: tutte le sue proteine, vitamine, fibre e sali minerali a rendono ottima per chi necessita di una dieta ricca di ferro, potassio e fosforo, povera di grassi e molto nutritiva. Un’altra caratteristica importante della lenticchia di Castelluccio è la buccia sottile e tenera che consente direttamente la cottura senza ammollo, riducendo notevolmente tempi di preparazione.

Vediamo una ricetta tipica preparata da Elisabetta, sorella di Giovanni e chef dell’agriturismo:

Temi chiave della puntata

Terreni attorno a Castelluccio sono sassosi con un’alta concentrazione di fosforo e bassa disponibilità di potassio, queste sono le caratteristiche che rendono la lenticchia IGP ricca di proteine e di ferro. Dopo la preparazione in primavera dei terreni e la semina, il terreno non ha bisogno di molte cure, infatti l’altitudine della piana lo protegge da parassiti e funghi e la presenza di infestanti non danneggia le colture, anzi ha fatto la fortuna turistica dell’area per la famosa fioritura, non dovuta ai piccoli fiori bianchi della leguminosa ma all’esplosione di colori delle altre piante.

Problematiche affrontate

Per are l’agricoltore in un territorio come questo bisogna avere la consapevolezza di essere su un terreno molto fragile, che negli ultimi 38 anni ha subito 3 forti terremoti. Con il terremoto anche l’agricoltura e la zootecnia hanno sofferto, oltre a questo anche il clima non ha aiutato. In queste zone l’agricoltura vive grazie anche ad attività connesse come può essere ad esempio un’agriturismo. Questo territorio non bisogna più immaginarselo come era prima del terremoto ma come sarà, cercando di modernizzarlo, portando anche la banda larga.

 

GIOVANNI ANGELINI PAROLI in Umbria and the earthquake

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