Un argomento di sempre grande interesse per i consumatori, soprattutto a tavola è la sicurezza alimentare, legata in specifico alla carne. Come fare a capire che stiamo mangiando carne buona e sana? Per rispondere a questa domanda la troupe del progetto è andata nella deliziosa località di Gangi, nel territorio delle Madonie, dove notevole è il patrimonio naturalistico, storico e artistico, in un contesto caratterizzato da aspre montagne che si affacciano sul mare di Sicilia.

Scopriamo un progetto che porta avanti l’Università di Palermo insieme alle attività del Consorzio di Ricerca Filiera Carni e Agroalimentare (CoRFilCarni) che perseguono l’obiettivo di portare sulla tavola dei consumatori locali la migliore carne bovina siciliana cercando di sostenere i piccoli allevatori locali in difficoltà rispetto alla concorrenza dei grandi produttori anche fuori regione.

 

Come si può sostenere i piccoli imprenditori locali che allevano bovini al pascolo in luoghi marginali ma incontaminati?

La Sicilia è uno dei più grandi produttori di vitelli (da ristallo) in Europa, eppure più dell’80% della carne bovina consumata dai siciliani viene importata dall’estero, un vero cortocircuito che le istituzioni e organizzazioni locali del settore, cercano di contrastare, anche grazie all’unione tra piccoli allevatori e produttori, come nel caso dell’Organizzazione Produttori CARNI DI SICILIA, il cui ruolo è quello di promuovere e valorizzare la carne bovina siciliana anche per porre sostenere la filiera corta e in generale l’economia regionale; tra l’altro il territorio che visitiamo si presta particolarmente all’attività zootecnica, poiché qui si trovano le condizioni ideali per lo sviluppo e la crescita dei bovini.

Vediamo anche quanto sia importante informare il consumatore sulla qualità e certezza circa la provenienza del prodotto, per questo esistono marchi che ne certificano la sicurezza, a garanzia della qualità grazie a disciplinari rigorosi che regolano tutta la filiera. Tutto ciò rappresenta anche una modalità economicamente sostenibile per i piccoli produttori che riescono a stare sul mercato.

L’allevamento detto linea vacca-vitello è un modo di allevare in cui si cerca il più possibile di mantenere naturale il rapporto tra il bovino adulto e il vitellino e questo nei pascoli incontaminati delle Madonie porta un grande valore alla qualità della carne e anche al benessere animale, ma occorre sostenere i piccoli allevatori schiacciati della concorrenza, con una filiera corta e controllata.

La puntata integrale dell’allevamento sostenibile nelle zone montane delle Madonie qui sotto:

Vediamo anche la preparazione di un piatto locale: filetto di bovino quasi cotto, praticamente crudo, preparato dai cuochi della Fondazione Albatros di Messina, mentre Francesca Cerami, direttrice dell’Istituto per la promozione e valorizzazione della dieta mediterranea che ci spiega il valore nutraceutico della carne rossa.

Temi chiave della puntata

La costruzione di una filiera corta e controllata per garantire la qualità della carne e la salute degli animali, cercando di mettere insieme i produttori, creando una filiera chiusa nella stessa area geografica e facendo ricerca sulla razza.

Problematiche affrontate

Spesso i piccoli allevatori non sono competitivi e dove non c’è la presenza di tutta la filiera si rischia di perdere qualità al prodotto e ecomomicità per le aziende locali, oltre che si rischia che i territori perdano valore perché tendono a spopolarsi: così nascono progetti di rete e di ricerca anche per dare valore sociale ed economico con opportunità per i più giovani.

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