Dibattito presso gli studi televisivi di Icaro TV con Francesca Magnoni, in collaborazione con Confagricoltura Donna, Università IUAV di Venezia, in collegamento con ospiti da Telenova.
e in collegamento da Milano, ospite di Adriana Santacroce da Telenova Davide Berta, Presidente della Sezione Suini Federlombarda
Ospite negli studi di Icaro TV Giulia Lucertini, professoressa associata di Estimo Agrario, Università IUAV di Venezia, in collegamento con Telenova da Milano la giornalista Adriana Santacroce intervista Davide Berta, Presidente della Sezione Suini Federlombarda.

Il settore suinicolo italiano sta vivendo un periodo complesso, segnato da una continua riduzione del patrimonio suinicolo e da sfide globali che hanno influito profondamente sulle dinamiche della filiera.
Questa tendenza negativa si inserisce in un quadro più ampio di riduzione delle superfici dedicate all’allevamento di suini, con oltre 6.000 allevamenti usciti dal mercato tra il 2019 e il 2023, pari a una diminuzione del 19%.

Le cause di questa contrazione sono molteplici e comprendono crisi globali come la pandemia di COVID-19 e la guerra Russo-Ucraina, che hanno influito sulle dinamiche dei prezzi delle materie prime, in particolare mangimi ed energia, oltre a fattori nazionali, come l’epidemia di peste suina africana (PSA), che ha avuto un impatto devastante sul settore, specialmente nelle zone del nord Italia. La PSA ha portato all’abbattimento di oltre 130.000 suini, con un aumento dei costi legati alla biosicurezza e alla gestione dell’emergenza sanitaria.

Le esportazioni italiane di carne suina e salumi, tuttavia, sono state un punto di forza negli ultimi anni, con l’Italia che si conferma primo esportatore mondiale di preparazioni e conserve stagionate. Nel 2023, il fatturato derivante dalle esportazioni di salumi ha sfiorato i 2,1 miliardi di euro, segnando un incremento del 9,3% rispetto al 2022, con una crescita dei volumi pari al 5,6%. Il 70% del fatturato estero è rappresentato da prosciutti disossati e salami stagionati, con un aumento in valore del 5% e del 14%, rispettivamente.
Il comparto dei salumi DOP e IGP, che rappresenta oltre un quarto del valore generato dai prodotti a Indicazione Geografica in Italia, continua a mostrare segni di crescita, con un fatturato alla produzione di 2,27 miliardi di euro nel 2022.

Nonostante la crescita delle esportazioni, l’industria suinicola italiana continua a subire la pressione di costi di produzione elevati, che dipendono fortemente dall’andamento dei prezzi delle materie prime utilizzate per la mangimistica. In particolare, l’Italia fatica a raggiungere il 40% di autosufficienza per le materie prime destinate alla produzione di mangimi, con il mercato di mais e soia che risente pesantemente delle dinamiche internazionali e delle fluttuazioni globali.

A livello territoriale, l’89% del patrimonio suinicolo italiano è concentrato nelle regioni settentrionali, con la Lombardia che ospita circa la metà del patrimonio suinicolo nazionale, seguita dal Piemonte (16%) e dall’Emilia-Romagna (12%).
Le regioni centrali e meridionali, invece, contribuiscono per poco più dell’11% alla produzione nazionale, con una presenza maggiore in Umbria e Sardegna. La riduzione del numero di allevamenti ha accentuato un processo di concentrazione della produzione, con un numero sempre maggiore di allevamenti intensivi che stanno subendo le conseguenze della crescente competizione sui costi di produzione.