Dibattito presso gli studi televisivi di Icaro TV con Francesca Magnoni, in collaborazione con Confagricoltura Donna, Università IUAV di Venezia, in collegamento con ospiti da Telebelluno.

L’avicoltura italiana è un settore strategico per l’economia nazionale, con una produzione, un consumo e un’esportazione in continua crescita. L’Italia è il quinto produttore europeo di carni avicole, dopo Polonia, Spagna, Germania e Francia, con una quota di mercato superiore al 10% in un contesto internazionale che vede la produzione europea di carni avicole tornare ad aumentare.
Nel 2023, il settore ha prodotto 1.218.500 tonnellate di carni avicole e circa 12 miliardi di uova, con un valore complessivo di circa 7,35 miliardi di euro. Il relativo indotto occupa oltre 64.000 persone. Nonostante alcuni fattori di incertezza, come l’instabilità dei prezzi dell’energia e delle materie prime (mangimi, in particolare), il settore ha mostrato una crescita positiva negli ultimi cinque anni.

Negli ultimi cinque anni, le carni bianche si sono confermate come le più consumate dagli italiani, con un continuo aumento dei consumi medi pro-capite. Nel 2023, ogni italiano ha consumato in media 21,4 kg di carne avicola, segnando un incremento di 1,2 kg (+5,9%) rispetto ai valori medi degli anni precedenti. Questa tendenza positiva è stato supportato da lievi riduzioni dei prezzi e dal cambiamento delle abitudini alimentari, in cui le carni bianche continuano a godere di una crescente popolarità grazie alla loro accessibilità economica e salubrità.
Dal punto di vista dell’autoconsumo, l’Italia ha migliorato il tasso di autosufficienza, passando dal 102% del 2022 al 106% del 2023, con una diminuzione delle importazioni e un aumento delle esportazioni. In particolare, la produzione di uova ha registrato un aumento del tasso di autosufficienza, che è salito al 97% nel 2023, in crescita di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Ogni italiano consuma mediamente 215 uova all’anno, pari a oltre 13,6 kg.

Negli ultimi cinque anni, l’export di carne avicola italiana ha mostrato una progressione significativa, seppur con qualche fluttuazione a causa di eventi imprevedibili come l’influenza aviaria e le problematiche legate ai mercati internazionali. Nel 2023, la produzione di carne avicola è tornata ai livelli pre-pandemia, con un incremento del 9,9% rispetto al 2022, anno segnato da una flessione del 12% a causa dei problemi legati all’epidemia di influenza aviaria. Sebbene le esportazioni di carne avicola siano diminuite del 22% nel periodo 2020-2023, le esportazioni di uova sono aumentate del 29%, contribuendo al miglioramento della bilancia commerciale del settore.

Un elemento distintivo dell’avicoltura italiana è il modello di sviluppo integrato verticalmente, che copre tutta la filiera produttiva, dai mangimi alla trasformazione. Questo sistema si è rivelato vincente sul piano produttivo, permettendo di garantire sia l’autosufficienza che l’evoluzione dei consumi, con particolare attenzione al benessere animale, alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità.
Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto notevoli progressi sul fronte della sicurezza alimentare, riducendo del 94% l’uso di antibiotici nella produzione di carne avicola in sette anni, un dato che testimonia l’attenzione crescente al benessere degli animali e alla qualità dei prodotti. L’adozione di tecniche di produzione sostenibili e il miglioramento delle condizioni degli allevamenti sono diventati temi centrali per gli operatori del settore, che continuano a innovare per soddisfare le crescenti esigenze di sostenibilità ambientale ed economica.

Secondo il rapporto della Commissione Europea sulle prospettive agricole dell’UE (EU Farming Outlook 2024/2035), si prevede che la produzione di carne avicola nell’Unione Europea aumenti di 770.000 tonnellate entro il 2035, portando il consumo annuo pro capite da 24,2 kg a 25,8 kg. Questo riflette un cambiamento nei modelli di consumo e una crescente preferenza per le carni bianche, considerate più salutari e accessibili.
Tuttavia, l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) continua a rappresentare una sfida importante per il settore avicolo, in particolare per gli allevamenti all’aperto. In Italia, gli allevamenti sono concentrati principalmente al Nord, con il Veneto come principale regione produttrice. Nonostante le difficoltà, le famiglie italiane continuano ad incrementare i volumi acquistati di carni avicole, con i consumi più alti tra i giovani, per i quali il consumo di carne avicola si sta consolidando come una parte fondamentale delle abitudini alimentari quotidiane.