Dibattito presso gli studi televisivi di Icaro TV con Francesca Magnoni, in collaborazione con Confagricoltura Donna, Università IUAV di Venezia, in collegamento con ospiti da Telenova.
Ospite negli studi di Icaro TV Giulia Lucertini, professoressa associata di Estimo Agrario, Università IUAV di Venezia, in collegamento con Telenova da Milano la giornalista Adriana Santacroce intervista Antonio Boselli, Presidente di Confagricoltura Lombardia

Il 2024 ha segnato un periodo di ripresa per la produzione di latte a livello europeo ed italiano, con una stabilità nei prezzi alla stalla e una leggera diminuzione dei costi di produzione.
Nei primi cinque mesi del 2024, la produzione di latte vaccino nell’Unione Europea ha mostrato una crescita dell’1%, raggiungendo circa 147 milioni di tonnellate. Paesi come Francia, Polonia, Spagna e Italia hanno contribuito a questo incremento, mentre altri, come Germania e Paesi Bassi, hanno visto una contrazione della produzione a causa di fattori come malattie animali e normative ambientali. È importante notare che, nonostante l’aumento della produttività per capo, il numero totale di capi da latte è in diminuzione, passando da 20,1 milioni nel 2023 a una stima di 19,7 milioni per il 2025.

Le proiezioni indicano un calo della produzione di latte dello 0,2% annuo fino al 2035, con un impatto significativo dovuto a fattori come il cambiamento climatico e la crescente mancanza di interesse tra i giovani per l’allevamento.
Le normative ambientali e sul benessere animale impongono pressioni aggiuntive sugli allevatori, costringendoli a investimenti significativi per mantenere la competitività. Nei prossimi 10 anni nell’Unione europea potrebbe scomparire il 13% degli allevamenti di vacche. Negli ultimi anni abbiamo visto l’aumento delle rese grazie a una maggiore attenzione al benessere degli animali e alle politiche ambientali. Un trend però destinato a invertirsi.
La filiera lattiero-casearia occupa un ruolo importante nel sistema agroalimentare italiano. La produzione di latte bovino rappresenta quasi il 10% del valore generato dall’agricoltura nel suo complesso.

È importante che i derivati, i formaggi in particolare tipici, di qualità e le Dop mantengano mercato, in particolare quello internazionale. Tra le incertezze per l’industria di trasformazione: l’incidenza del costo della materia prima latte sul prezzo dei prodotti finiti trasformati e la forte incidenza del costo dell’energia, che potrebbero portare ad una revisione dei listini dell’industria di trasformazione che, a sua volta, potrebbe influenzare al ribasso i consumi.

A livello macroeconomico il trend continua ad essere positivo per i paesi esportatori nonostante il forte calo dell’import dalla Cina e un forte aumento della produzione interna da parte di Russia e Bielorussia.
Tra le incognite del futuro le incertezze del mercato che derivano da vari fattori, come i costi delle materie prime e dell’energia, l’introduzione di dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti e le normative ambientali sempre più stringenti.

Per affrontare queste sfide è fondamentale che il settore lattiero-caseario si orienti verso pratiche più sostenibili e innovative. La transizione verso tecnologie che riducano l’impatto ambientale e migliorino il benessere animale sarà cruciale per garantire la competitività nel lungo termine.
La stabilità dei prezzi e la crescente domanda di prodotti di alta qualità sono fattori positivi, ma l’industria deve essere pronta a rispondere a pressioni esterne e normative. La capacità di adattarsi a un mercato in evoluzione e la volontà di investire in innovazione e sostenibilità saranno determinanti per il futuro del settore lattiero-caseario in Italia e nell’Unione Europea.